[Teaser] Confronti Improbabili, 135GM vs 135DC

Per la serie confronti generazionali con poco senso, oggi mettiamo al confronto una delle ottiche più particolari dell’universo Nikon con il meno moderno dei 135 f/1.8 per mirrorless.

Protagonisti di oggi il AF-Nikkor 135 f/2D DC (Defocus Control) e il Sony FE 135 f/1.8GM procuratomi dal buon Daniele Astarita.

1995 vs 2019.


Generazioni a confronto

Il Nikkor f/2 DC è un’ottica tecnologicamente avveneristica che permette, grazie ad un elemento flottante regolabile, di regolare di fatto il livello di aberrazione sferica nell’immagine andando a privilegiare lo sfocamento dei piani anteriori (F) o posteriori (R).

Sul come vada usato si dibatte da quando è uscito. L’ottica di per sè è discretamente nitida ma veramente difficile da usare in fuoco manuale a causa della ridotta profondità di campo.
Profondità di campo che per altro varia, assieme al fuoco, assieme al “defocus control”, attuabile con un’apposita ghiera.
Il risultato è che pochi sono mai riusciti ad usare in modo “sensato” quest’ottica. Gli altri semplicemente lo hanno usato come un 135 f/2 senza defocus control.
Il135 f/2 DC è a dir poco un’opera darte che a solo guardare la lente anteriore fa venire l’acquolina in bocca.

Il cromatismo laterale si vede anche ATTRAVERSO la lente.

Il bordo della lente sembra sparire nella montatura è la quantità di luce che passa attraverso l’intero assieme ottico è impressionante. Un ottica su cui Nikon non ha voluto compromessi.
820g per il Nikon, paraluce incluso. corpo in metallo ruggedized, Made in Japan di una volta.
950g per il Sony, ben più grosso complice la poca apertura in più. Made in China come la paccottiglia.

Il test:

Come potevo confrontare due ottiche così se non con il mio minion preferito.

Il banco di test Kevin con dei suoi amici pupazzi e la Nikon F4s su cui di solito uso il 135 f/2.

A7RV su cavalletto e adattatore URTH Nikon F to Sony E.

Il Sony 135GM ha il primo scatto a f/1.8.
Il Nikkor 135DC il secondo, ovviamente ad f/2.

Differenze? Boh. Percettibili? Boh. Ma se ingrandiamo ovviamente ce le aspettiamo.

Sulla Nitidezza era lecito aspettarcelo. Sony a sinistra non la tocca piano e il 135Gm risolve bene il sensore della superdensa A7RV.

Nikon non immaginava nemmeno, nel 1995, che la sua ottica sarebbe finita su un sensore da 61 Mpixel.

La differenza in colore è interessante. Tonalità diverse nelle due immagini solo per aver cambiato lente.

Più verde il Nikon, più caldo il Sony.

Lo Sfocato, dietro al fuoco.

Sony, a sinistra, corregge bene il cromatismo laterale (non ci è dato sapere se “in macchina” o “nell’ottica”) e risulta con dei contorni piacevoli, transizioni morbide e niente fringing verde.
Nikon mostra contorni nervosi, fringing verde e tutto quello che ci si aspetta in un’ottica del 1995.

Lo sfocato, davanti al fuoco

La differenza davanti al punto di fuoco rimane per quanto riguarda il fringing, compare ovviamente anche quello viola sul bianco del pupazzo.

Ok. Meglio in tutto il Sony… MA:

Il defocus control. Serviva? Ha ancora Senso?

Cosa succede toccando il defocus control? Qui sotto una rassegna.

(F) Front f/2, f/2.8, f/5.6.


(R) Rear f/2, f/2.8, f/5.6.

Si passa da effetti quasi impercettibili ad una visione etereo-onirica.

Nulla di trascendentale o che non si possa realizzare, meglio, in post processing.
Un’idea che ha avuto un successo limitato e un campo d’uso dubbio.

Il 135 GM in campo:

L’ottica è giusto un filo più pesante di quanto risulterebbe naturale per la piccola impugnatura Sony.
Rispetto al 50GM 1.2 risulta più lungo e sbilancia di più il corpo in avanti.
Con il plate ad L smallrig si tiene ancora bene ma senza la mancanza del grip per il mignolino da fastidio.

Giovani Umarelli a City Life, f/2.8.

L’autofocus è abbastanza veloce e il triplo limitatore permette comunque di limitare la notevole corsa prevista per gli elementi flottanti per velocizzarlo ulteriormente. Tre diversi range di distanze sono disponibili per la selezione manuale.

La Madre degli Umarelli di sopra a f/1.8

Rispetto ad altre ottiche Sony con motori lineari, si sente che movimenta più vetro ma rimane sufficientemente reattivo e rapido, motivando la mia scelta di cambiare lo spettacolare SIGMA 105 1.4 DG per questo GM di fatto solo per l’AF di generazione più moderna. (Penso che mi piangerà il cuore per sempre…)

Anche con sfondi nervosi lo sfocato resta neutro, piacevole e senza bordi/aloni

Nella condizione di qui sopra il sigma avrebbe restituito un’ottimo sfocato ma del dettaglio in più nelle alte luci che spesso risultava fastidioso.

Il 105 1.4 sigma resterà sempre nel mio cuore ma la necessità di avere qualcosa più compatibile all’utilizzo con famiglia appresso mi ha fatto propendere per il cambio.

Verso il controluce, una velatura fa perdere un po’ di contrasto ma si recupera con “Riduci Foschia”.

Nella foto sopra si nota come verso il bordo, le alte luci affette dalla vignettatura presente a tutta apertura, diventino ad occhio di gatto ma si not anche come il loro contorno non sia per nulla marcato, doppio o fastidioso.
Tutto molto graduale, naturale e pulito.

Nel complesso un’ottica di ottimo livello come gli altri GM in mio possesso.
Un’ottica decisamente più facile da fare, non per altro uscita già nel 2019, rispetto ad altre sempre presenti nello zaino (35 1.2, 50 1.2, 14 1.8 su tutti) che hanno richiesto uno sforzo maggiore.

Il Nikkor 135 DC però, ha una magia che che trascende il tempo e racconta di un epoca in cui la fotografia era passione nello scatto e soprattutto nella realizzazione tecnica di un obiettivo unico e innovativo.

Nikon F4s, Nikkor 135DC f/2 @f/2, defocus control R2.8, Ferrania P30 sviluppata in Rollei Supergrain

Poco importa se montato sulla Nikon F4s di fatto sembra di avere al collo un M4 Sherman e non una F4s con un 105DC…

La triade della F4s, 24 2.8D, 50 1.4D, 135 f/2 DC

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