A gennaio ho venduto la X-T3. Ottima macchina, reattiva e leggera… ma non aveva il carattere della X-Pro2 o le funzionalità della X-H1. Non abbiamo mai legato e sulla fiducia nelle specifiche della X-T4 ho deciso di venderla per tempo.
Quindi sono uscite le specifiche della X-T4 e quando ho visto che c’era lo schermino per i selfie dei bimbiminkia mi è partito l’embolo. Poi ho letto che il sensore non era nuovo e la frittata era fatta.
Ho chiamato Daniele e ho chiesto di farmi arrivare la X100V (e una seconda X-H1).
San Daniele da Astarita ha fatto il miracolo e in tempi record, uno spledido lingotto argentato era pronto per il ritiro.
Si, ok, così sembra pazzia ma è parecchio che rimpiango di non avere un sistema tascabile, da portare in ogni viaggio e ogni uscita e in grado di stimolarmi.
La X-Pro2 è un’emozione ad ogni scatto. Accoppiata con il 35 1.4 è poco ingombrante e dalla grande resa ma in tasca non ci entra proprio. La X-Pro3 l’ho saltata. Troppo limitato il mirino ottico, che perde la possibilità di ingrandimento e inutile il monitor basculante al contrario, non apribile su cavalletto.
Ho deciso quindi di sostituire la X-Pro2, mio tessssoro, con una X100V da avere sempre dietro.
Ammetto di essere un X100 eretico. Non ho avuto nessuna delle precedenti. Ho solo provato ad usare la X100F (Fourth) ma sono sicuro di essere passibile di rimprovero dai puristi per non avere mai avuto una X100 liscia o una X100S (Second). I possessori di X100T (Third) sono tolleranti e mi perdoneranno.
Cominciamo con il dire che è veramente più piccola di una X-Pro2, quindi il suo scopo, per me, lo svolge bene. In realtà, se confrontata con il 23 f/1.4 in pratica l’intera X100V è meno ingombrante da tenere in tasca…
Dalla foto qui sopra, una cosa è subito evidente. Guardate l’OVF. Quello della X100V è lo stato dell’arte. Luminosissimo, ampia estrazione pupillare e molto più gradevole e fruibile di quello della X-Pro2. Già questo per me è una sorpresa piacevolissima.
E’ curata in ogni dettaglio con maniacalità “Leica”. Ricorda molto le linee squadrate, nette e pulite di quest’ultima infatti. Il monitor posteriore perfettamente a filo, la linea superiore rigida, si discosta dal design più “morbidoso” delle precedenti.
Al tatto è un pezzo solido che ricorda molto la solidità della X-H1. Made in Japan, ogni pertugio interno è riempito, è un simpatico lingotto di argento.
Non farò raffronti con la X100/S/T/F… mi spiace. Semplicemente perchè non mi interessa. Devo dire però che l’ottica è enormemente migliorata e ha una personalità, un carattere, che ad ogni foto viene fuori in modo diverso.
Tutto quello che vedrete è sviluppato in Capture One, con profilo ProNeg High.
Fuji mette pure nella scatola, in cui manca il caricabatterie perchè la macchina si ricarica via USB-C, le istruzioni di usare Capture One.
Molti diranno, io uso lightroom perchè il mio workflow è bla bla bla bla… Lightroom non è fatto per Fuji (anzi come demosaicing, denoising e sharpening è fatto proprio di merda), passate a capture one e non rompete le balle. Merita.
La vecchia X-Pro2 Il mio cappellino
L’ottica è già nitida alla minima distanza di messa a fuoco…. e mette a fuoco da molto vicino. Lo stacco dei piani è ottimo, tridimensionale, complice un minimo di aberrazione sferica non corretta che sfoca in maniera egregia il background anche in situazioni difficili.
Il sensore è l’ottimo BSI X-Trans4, ottima resa e pixel puliti (per essere un APS-C). Il dettaglio si spreca.
L’ottica è già incisa bordo bordo a f/2.
Direi che non serve altro. La nitidezza c’è, così come lo stacco tridimensionale. Ho delle foto che non pubblicherò, che ritraggono i miei figli, in cui saltano fuori dallo schermo dalla tridimensionalità.
Già sento le critiche dei possessori di X100, X100S e X100F. Quelli di X100T come dicevo prima mi stanno simpatici a priori perchè di queste cose se ne sbattono. La resa è troppo precisa, digitale, non pellicolosa. Ragazzi… non è così. L’ottica è si più incisa, e tanto, ma ha carattere da vendere. A sfocare si fa sempre in tempo, a trovare l’incisione no.
La resa dell’X-Trans4 è quella a cui siamo abituati. Ottimi colori e passaggi tonali, incisione da vendere.
La resistenza al flare non è un granchè. Questo però me l’aspettavo già visto il disegno a pancake dell’ottica.
Ma il flare ci piace, fa retrò, fa pellicoloso quindi direi che è un più invece che un meno.
Nonostante non abbia lo schermo ribaltabile per Selfie da Bimbimikia si possono fare dei selfie più tradizionali e di effetto.
Lei esce alla grande in ogni foto…
Ovviamente tutti si aspettano foto street con questa macchina ma io non l’ho presa per questo.
L’ho presa per avere un corpo coi controcazzi sempre in tasca e passo dopo passo l’ho portata a fare un giro di architettura in una Milano che pare di non aver capito che la situazione (coronavirus) impone di evitare assembramenti.
Come dicevo poc’anzi, i passaggi tonali sono quelli dell’X-Trans4, dolci e graduali, con una resa 1:1 all’originale senza perderci un secondo in post.
Le inquadrature con l’OVF sono così semplificate che la ricerca della composizione ne giova. Non devi cercare l’inquadratura o la focale. Guardi nell’OVF, vedi cosa c’è intorno, fai due passi indietro, uno di lato e Click.
Vista l’ora mi sono fatto un sprint per scattare una foto che volevo scattare da mesi. In realtà aspettavo che la terza torre fosse finita prima di regalare uno scatto diverso di Milano. Ieri le condizioni di foschia e luce non erano male e ho deciso di fare una corsa, macchina in tasca, verso il parco del Portello.
E’ una location che secondo me diventerà classica nel giro di poco. Volevo tenerla nascosta ancora un po’.
Questo giro con la X100V però mi ha talmente emozionato e riappacificato con la fotografia che non potevo pensare di scattare da questa location con un’altra macchina.
Ho atteso tanto prima di fare questo scatto. La luce, la macchina, il tutto era giusto, era il momento giusto, nonostante la torre non completata. Sapevo di dover scendere mezzo pendio e piantare un cavalletto, in modo da staccare la terza torre dal “Dritto”) ma chi avrebbe pensato che ieri era il giorno in cui finalmente avrei scattato.
Alla fine… via così. WoW.
La X100V è rapida e versatile. Ha un OVF spettacolare e i comandi tutti nel posto giusto. La mancanza del D-Pad è una buona mancanza, rende la macchina più lineare e ordinata e le gestures sopperiscono ai tasti in modo egregio.
L’ottica ha carattere, uno sfocato e uno stacco sorprendenti per un 23 f/2 su APS-C. Certo, magari non sarà inciso come il mio 23 f/1.4 ma non è questo un punto discriminatorio.
Sta in una tasca. Senza dar fastidio o pesare. Ha una buona autonomia, si ricarica col caricatore del cellulare… è la macchina di chi vuole portare l’emozione della fotografia addosso.
La X100V è disegnata da fotografi per fotografi. Tutto, dalla linea retrò pulita, alla tipologia di comandi e funzioni è disegnata per meta-fotografia.
Come la X-Pro2 e le sue predecessori (dalla “mitica” X100 liscia fino alle evoluzioni mai all’altezza della precedente cit. FanBoys) è disegnata per andare oltre la fotografia moderna.
Porta l’heritage, la storia della fotografia, dentro.
Non pensavo che avrebbe fatto così tanto breccia nel mio cuore di fotografo.
Ora ho paura, seriamente, che tra qualche mese venderò tutto o parte del corredo per inutilizzo, ripiegando per l’essenziale lavorativo e basta.
Per lavoro serve più della X100V ma per il divertimento e per trovarsi motivati la X100V è lo strumento perfetto.