Chiunque si avvicini al mondo della fotografia piano piano realizza che gli zoom 18-300 forniti in kit sembrano promettere un’infinità di espressioni creative ma di fatto le limitano.
Ci vuole spesso del tempo per accorgersene e il passo successivo è la ricerca dell’obiettivo giusto.
Si va sui forum e si parte con domande utopiche: “Qual è il kit perfetto del paesaggista?”, “Quale ottica per ritratto?”, “Voglio fare matrimoni che lenti compro?”.
Ora la risposta a queste domande viene spesso data e ognuno parte elencando il proprio kit di ottiche scelte per la funzione richiesta.
L’idea di fondo è però sbagliata. Non esiste un kit ideale per ogni genere così come non esiste un kit ideale per ogni fotografo.
La realtà e la nostra fortuna è che tutti vediamo il mondo con prospettive diverse e la bellezza profonda in tutto questo è che ognuno nel tempo scopre di avere focali o obiettivi che parlano alla sua creatività in modo diverso.
Serve pensiero laterale per interpretare una focale al meglio. Non bisogna avere preconcetti e bisogna riflettere su cosa, un determinato angolo di vista, possa aggiungere al nostro “vedere comune” (quello che condividiamo più o meno in base a quello che vede il nostro occhio).
Uscendo dai canonici schemi un 8 mm può diventare benissimo un’ottica da ritratto.
Anzi, non solo ci permette di interagire meglio con il nostro soggetto, vista la ridotta distanza da tenere per farlo risaltare, ma ci permette di ambientarlo e rendere la nostra immagine unica grazia alla sua collocazione “spazio-temporale”. Troppe volte si vedono ritratti a 100 mm o più con sfondi sfocati.
Bellissimi per molti scopi ma dopo un anno vi sfido a ricordarvi dove li avete scattati.
Per il mio modo di scattare un ritratto deve avere un contesto.
Scattare con l’8mm è particolarmente difficile, personalmente preferisco per esempio 23 e 35 su Fuji (35mm e 50mm equivalente). Si, uso anche il 56, il 90 e il 50-140 ma per cogliere l’espressione del soggetto, non per raccontare una persona e quello che la circonda.
Analogamente, si è portati a pensare che i paesaggi richiedano un angolo di campo di 100° almeno per dare una vista compressa di tutto quello che ci circonda.
I grandangoli che servono a questo scopo ci danno la possibilità di mostrare il mondo con una prospettiva molto diversa da quella del nostro occhio.
Ciononostante, un paesaggio può benissimo essere scattato a 50 o 135mm…
Anzi, il cogliere un particolare del paesaggio produce un’immagine molto più forte e comunicativa della semplice cartolina d’assieme.
L’utilizzo del grandangolo di fatto meriterebbe un capitolo a se. Più si va lato wide più le linee cadenti rendono il paesaggio strano, più si va su angoli di campo estremi e più comporre diventa difficile.
Per comporre l’immagine qui di seguito, scattata solo a 16mm, mi ci sono voluti 20 minuti buoni.
Un cm di differenza di posizionamento e la prospettiva cambia completamente.
Bilanciare compositivamente un’immagine è un lavoro di fino che porta via più di qualche minuto, specialmente se l’immagine l’abbiamo precomposta nella nostra testa…
Si ma alla fine, che ottica prendo!? Ve lo dico, ve lo dico cosa uso e perchè…
Il mio 2018 come ottiche e lenti è cominciato così:
Dalla tabella si dedurrebbe che il mio obiettivo preferito è il 16-55 e il mio corpo preferito è l’X-H1.
Nulla di più sbagliato. Il mio ob preferito è il 35 1.4R e il mio corpo preferito l’X-Pro2.
Da quando sono passato a Fuji ho potuto apprezzare una maggior particolarità nei progetti ottici delle loro lenti.
Sono contento di dire che ogni lente ha un suo carattere e un suo scopo e ognuna parla alla parte creativa del mio cervello. Purtroppo lo stesso non succedeva con alcune ottiche Nikon per esempio.
Il 16-35 f/4 che ho avuto per anni e con cui ho portato a casa parecchie belle immagini non è mai stato in grado di farmi suo. Al contrario nel poco tempo che l’ho avuto, il Tamron 15-30 è riuscito a prendermi maggiormente.
Quando esco a far foto, io scelgo in base all’umore e alla giornata.
Nelle varie borse mi preparo vari kit per tipologia di uscita:
Kit 1: 16/35/56 (24/50/85 equivalenti). Su X-Pro2 per l’uso di tutti i giorni
Kit 2: 16-55/2.8, su X-T2 o X-H1 per sopralluoghi o scatti di lavoro
Kit 3: 8,10-24/4, 23, 90 su X-T2 o X-H1 per giri “lunghi”
Poi con cosa esco? Con quello che in quel momento mi dice la testa.
Ogni ottica racconta il mondo in modo diverso e non è strano uscire con un’ottica sola per raccontare quella giornata e quelle esperienze con un punto di vista particolare.
La sostanza è una e una soltanto. Non esiste l’ottica giusta in senso lato. Non esiste nemmeno l’ottica giusta per noi. Esiste solo l’ottica che in questo momento comunica quello che abbiamo in testa.
Comprate punti di vista, investite sulle ottiche… si ripagano in emozioni diverse.
I corpi macchina sono solo tecnologia e diventano obsoleti in fretta.