“I never stay in one country more than three months. Why? Because I was interested in seeing, and if I stay longer I become blind.” – Josef Koudelka
Koudelka aveva perfettamente ragione. Se stiamo troppo in un luogo, se lo viviamo tutti i giorni e perdiamo lo spirito di scoperta e avventura non lo apprezziamo più, non lo vediamo… diventiamo ciechi.
Oggi passeggiando per Milano mi sono reso conto di quanto questo sia vero.
Una città che offre tutto e a cui riconosciamo solo la parte relativa ai servizi.
Forse dovremo imparare ad osservarla con gli occhi di un turista, con gli occhi di chi non l’ha mai vista e cerca avventura e scoperta.
Durante il giro di oggi decido di entrare in una delle tante chiese di Milano. Sono sicuro di esserci già entrato è sicuramente qualcosa di già visto e rivisto.
Poi però, seppure riconoscendo la scena come nota, complice la ri-scoperta ad anni di distanza, è tutto stupore.
La chiesa in questione è San Maurizio al Monastero Maggiore, chiesa di origine paleocristiana, ricostruita nel ‘500 e sede di un monastero femminile.
Tutti sapete che è di fatto in Corso Magenta e, come dice wikipedia, è decorata da un impressionante ciclo di affreschi di scuola Leonardesca.
La chiesa è gestita dal Touring Club e subito all’ingresso volontari accolgano e organizzano tour guidati.
L’ingresso è gratuito e si può fotografare, senza flash ovviamente (tra l’altro, chi pensasse di fotografare una chiesa con un flash andrebbe punito aspramente)
A guardare con attenzione gli affreschi presenti c’è da passarci ore.
Sono diventato cieco, non conosco più la mia città e quello che conserva.
Impressionante.
Foto con X-Pro2 e Fujinon XF 16mm f/1.4 R WR